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  • Greta

INSEGNANTI E STUDENTI

Buongiorno a tutti! La scuola è finita, ma quest’intervista sarà sicuramente rilevante per il vostro futuro anno scolastico! Ascolteremo un’insegnante e un’alunna esprimere le loro opinioni riguardanti i comportamenti errati, seguiti da possibili soluzioni, di studenti e docenti.


L’insegnante ospite di questo giornalino, concentrandosi più sulle soluzioni:


‘È un argomento interessante e spesso affrontato nell’ambiente scolastico per la sua importanza. Un clima sereno è fondamentale per crescere ed imparare, così come le relazioni positive all’interno del gruppo-classe. Insegno in una scuola primaria, ma il discorso vale per tutti gli ordini.

A mio parere ogni insegnante dovrebbe investire tempo e risorse per programmare strategie adeguate per promuovere il benessere di ogni alunno. Le classi sono spesso difficili da gestire: sono numerose e gli studenti necessitano di percorsi formativi personalizzati per vari motivi, ma sono convinta che con le giuste mosse si possa sempre creare un luogo in cui stare bene.

Uno degli aspetti che amo curare è l’ambiente; uno spazio fisico regolamentato, bene organizzato, stimolante ed accogliente aiuta a sentirsi sicuri e protetti. È una comunicazione non verbale che produce effetti positivi in modo inconsapevole. Nella mia aula non mancano mai (Covid permettendo) cartelloni colorati, libri, uno stereo, riviste scientifiche e artistiche, fumetti, carte geografiche, un vasetto di fiori in primavera, qualche gioco...

Alle pareti appendo materiale didattico strutturato che aiuta a recuperare informazioni, come le regole ortografiche, la linea del tempo, mappe concettuali del quadro di civiltà che stiamo studiando ad esempio, ritengo che sia uno stimolo e nello stesso tempo un supporto per l’apprendimento.

Sono sempre in bella mostra anche gli elaborati dei ragazzi, prodotti durante le attività di gruppo o i laboratori, ricordano a tutti le esperienze positive e significative che abbiamo vissuto insieme. Coinvolgo i miei alunni anche nella scelta del loro posto e del compagno di banco perché li aiuta ad essere più consapevoli delle proprie esigenze e nello stesso tempo crea un’occasione per modificare, se serve, il proprio atteggiamento nei confronti degli altri e di migliorare le relazioni tra di loro.

Con le mie colleghe programmo sistematicamente percorsi formativi mirati, che prevedono la collaborazione per raggiungere un obiettivo comune perché riteniamo che sviluppi la fiducia e l’apprezzamento reciproco, valorizzando le caratteristiche e le competenze di ognuno. In questo modo, non si incoraggia un atteggiamento competitivo, ma di promozione della persona. Quando nascono conflitti, inevitabili a scuola, anche se mi sento stanca e ho preparato tanto lavoro da svolgere, cerco di ritagliare del tempo per ascoltarli e farli dialogare perché, come per noi adulti, questo fa sentire che qualcuno si sta prendendo cura di loro e delle loro emozioni. Una volta risolta la questione, durante la lezione sono più attenti e concentrati e liberi di lavorare serenamente.

Io credo che ogni classe debba essere vissuta come uno spazio educativo, in cui creare una rete di relazioni affettive che sostengono la nostra crescita. Pertanto, sono convinta che l’atteggiamento del docente, il suo modo di relazionarsi e le sue scelte metodologiche influiscano sulla motivazione, l’impegno e il comportamento, condizionando le dinamiche del gruppo.

Come ultimo punto, direi che non bisogna dimenticare di curare molto anche il rapporto con la famiglia, in quanto condividere regole e intenti favorisce comportamenti positivi e migliora il rendimento e di conseguenza anche il clima di classe ne trae beneficio.’


L’alunna ospite di questo giorno è più sintetica, ma ugualmente chiara:


‘Detesto quando i professori fingono di essere divertenti o spontanei senza accorgersi di ferire i propri studenti. Per migliorare dovrebbero accettare di essere esterni alla vita privata e familiare degli studenti e starne fuori senza “ma” e senza “se”.’




Infatti, e questa è una mia personale aggiunta, quando un aspetto non affatto grave avvenuto al di fuori della scuola diventa fonte di discriminazione e pregiudizi si dovrebbe rivalutare l’insegnamento che si vorrà dare in quanto nel ruolo di educatore. Ad esempio, è capitato che nella mia classe venisse data una nota disciplinare a un alunno perché aveva scoppiato un petardo il giorno prima al di fuori dell’orario scolastico. È capitato inoltre che dei professori si prendessero gioco di situazioni familiari o problemi, soprattutto derivanti dal primo lock-down, davanti ai compagni del soggetto o addirittura in altre classi. Si può naturalmente comprendere che ciò è sbagliato e un docente non dovrebbe affidarsi a dicerie o impressioni infondate per attribuire un voto o un giudizio.


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