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  • Greta

I DOMINATORI DI DICEMBRE E GENNAIO

Mentre nel mondo le persone allestivano alberi decorati con brillanti luci e palline lucide, addobbavano la loro casa con ghirlande e fiocchi e i bambini cominciavano a scrivere chilometriche lettere da recapitare a Santa Lucia, lei, Babbo Natale con i suoi elfi e le sue renne e la Befana si davano un bel da fare per non deludere nessun piccolo che sperava nella loro magia.

La patrona degli occhi saltava in groppa al suo asino e non la si vedeva fino al giorno seguente, in quanto provvedeva riempire le menti dei piccoli bambini di pensieri dolci e gioiosi in modo che i suoi regali fossero ancor più graditi nel giorno della sua festa. Il padre del Natale, o San Nicola, lavorava più in grande. D'altronde dicembre era aspettato ansiosamente per un unico particolare giorno, il suo giorno, quindi i suoi elfi – non si parla di tutta la specie ma solo i volontari che desideravano aiutarlo – pulivano gli zoccoli delle renne e davano loro da mangiare carote magiche per farle volare, con razione speciale per Rudolph, il capo-slitta, diventavano postini di Babbo Natale portandogli le lettere di tutti i bambini del mondo, archiviavano i documenti relativi a vecchi bambini ormai adulti e catalogavano nella lista di buoni o cattivi i giovani, costruivano a mano tutti i regali e li impacchettavano con cura per poi scrivere nome e indirizzo del bambino si un foglio di carta da attaccarci sopra e li mettevano nella grande sacca senza fondo di Babbo Natale. La Befana, invece, non nascondeva la sua indignazione verso gli umani che la descrivevano come una strega dalle scarpe rotte e il vestito sporco e rattoppato, con un cappello a punta e un naso simile al becco di un’aquila. Inoltre, detestava che fosse conosciuta come un’anziana crudele che portava nelle calze lasciate appese sul caminetto dei bambini il carbone solo perché non erano stati esemplari durante l’anno. “Che assurdità!” si ripeteva. Per questo La Befana non porta mai doni troppo grandi o costosi, non ritiene che sia corretto dopo tutti gli insulti che gli umani – specialmente gli adulti – le fanno. Ma con questo La Befana ci insegna che non c’è bisogno del regale pranzo di Natale per gioire, ma anche solo di aspettarsi una scatolina con dentro chissà che cosa in una calza di maglia.

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