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  • Greta

COMPLICAZIONI E SOLUZIONI SPORTIVE

Nulla è più importante dello sport, soprattutto in età giovanili, ma anche se si riesce a mantenerne uno spesso ci sono altre complicazioni. Sono principalmente tre, parlando di sport di squadra:


°1° Lo studio. Specialmente se l’orario con cui si inizia la propria attività fisica non esattamente ideale. La miglior cosa è schematizzare le cose da fare: se una cosa è per il giorno dopo in cui si fa sport, va fatta prima, perché probabilmente quel giorno non riuscirete. Nello studio, se è da un giorno all’altro, si comincia a studiare prima di cena o di un qualsiasi elemento che può essere di disturbo. È consigliabile parlare dell’argomento che si sta studiando come fosse un argomento ordinario del discorso, anche se la verifica non è orale ma scritta può essere d’aiuto. Queste procedure, un po’ estremiste e magari che possono parere esagerate, lo sono ma lo è anche un allenamento di agonismo e in caso si voglia mantenere questo tipo di preparazione bisogna pareggiare un po’ i conti studiando magari di più. Non cito “A mali estremi, estremi rimedi” perché degli allenamenti di questo livello non sono certo un male, anzi, e ci farebbe piacere sapere da tutti gli agonisti tra voi come gestite lo studio e come sono i vostri allenamenti!


°2° “E se il mio allenatore non mi piace?” Un allenatore può non piacere per diverse ragioni:

Se è per il carattere, non preoccupatevi, c’è sicuramente di peggio! Se non vi sembra tanto rassicurante: concentratevi invece sulle cose belle di questo allenatore: ha grandi obbiettivi per il gruppo, fa migliorare il fisico e la salute degli allievi… Sicuramente ha tanti difetti ma anche tanti pregi, bisogna solo scovarli! È vero che è molto più facile dire “Non mi piace” che spiegare il perché o addirittura trovare delle motivazioni per cui invece dovrebbe piacere, ma non c’è mal peggiore di non provare!

(Questa scorciatoia è riciclabile anche per compagni di squadra che non vi vanno proprio a genio!)

Non crede nella squadra? Capita spesso, specialmente se il gruppo in questione non è celeberrimo come “Le Fiamme d’Oro” o, un esempio che comprenderete in di più: la Juve, l’Inter o qualsiasi squadra di calcio che si veda in TV, ma anche una persona che va per la prima volta ad insegnare a queste famosissime squadre magari potrebbe pensare che non sono poi così bravi. Beh, una cosa certo va fatta: dimostrate che, anche se non siete la punta di diamante dello sport in questione, a voi importa di quello che fate e di quello che diventerete in termini sportivi. Magari non gli si illumineranno gli occhi come nei film, ma se si accorgerà che non siete una banda di persone a cui non importa un fico secco di quello che potreste imparare sicuramente vi guarderà in modo diverso.


°3° Tu SEI l’allenatore. Lasciamo che anche gli adulti si rivedano tra queste righe. Riesco e sicuramente ci riuscite anche voi a rivedere la faccia del professore di ginnastica che mentre facevi un qualsiasi tipo di esercizio ti guardava, aggrottava la fronte, scuoteva la testa e spesso (specialmente se era la terza o la quarta volta che ripeteva quel gesto) ridacchiava nervosamente portandosi una mano sudaticcia alla corbella come per dire: “E io che ci faccio qui con questo gregge di imbranati?”. Ebbene, se potessi parlare con questo prof di educazione fisica, gli chiederei cosa sperasse di ottenere con questo atteggiamento. Qual è lo scopo di correggere uno studente senza dirgli invece in cosa eccelle. Esempio: mettiamo caso che X sia un giocatore di baseball e Y il suo insegnante di baseball. Y dice quindi ad X che, nonostante tutti i suoi sforzi, non sarà mai come K (giocatore espertissimo bravissimo e famosissimo di baseball) perché non ha la corporatura adatta per giocare come lui. X quindi si scoraggia e rattrista molto, se quella situazione emotiva fosse continuata a lungo avrebbe addirittura pensato di lasciare il mondo del baseball ma Y gli dice che non può essere come K ma addirittura MEGLIO di K, poiché il suo polso è più flessibile, e che per allenare questa sua possibile capacità dovrà eseguire un allenamento differenziato. Quindi X è nuovamente, in tempi record, tornato col morale alto e pronto a superare nuovi ostacoli sapendo di avere un allenatore a guardargli le spalle che lo aiuterà in qualsiasi momento. Io paragonerei l’essere un allenatore all’essere un insegnante di canto: c’è scritto in qualsiasi libro di musica di non provare a imitare la voce cantata d’altri, è inutile, non sarà mai uguale e non ha senso come obiettivo. Se una ragazzina volesse avere la voce di Ariana Grande, per carità, che ci provi, ma non sarà mai e poi mai identica e se questo ipotetico insegnante di canto le dicesse “In questo percorso lascia perdere la voce che hai e diventa Ariana Grande” personalmente mi farei due domande. Rientrando in termini sportivi, è come se un allenatore di pallavolo dicesse a un alzatore di diventare schiacciatore. Cioè, no, l’alzatore ALZA la palla, ha un portamento diverso, una forza fisica diversa, non puoi chiedergli di fare un ruolo totalmente diverso in cui riuscirebbe male. Un altro esempio: è come se a una persona destra dicessero di scrivere con la sinistra e poi comparassero la sua scrittura con quella di un mancino. È ovvio che scrive meglio il mancino con la sinistra, non c’è che da contendersi, ha vinto in partenza. Quindi, signor insegnante di ginnastica, non metta lo zoppo a gareggiare col corridore. Fa un favore al primo, che evita l’umiliazione, e al secondo, che se ha un po’ di buon senso si renderà conto che non è un allenamento o nient’altro di simile ma una presa in giro.


E concludiamo dicendo: nello sport, non importa se sei agonista o meno, se sei bravo o no, se sei lento o se sei veloce, se sei forte o se sei debole. L’importante è che piaccia. Sport=sfogo. Se a fare sport ti annoi, ti innervosisci o ti spaventi non ha il benché minimo senso continuare perché non è obbligatorio e se non piace è un’auto-tortura.


Grazie per aver letto! Un saluto dalla redazione e rammentate che tenersi in forma allunga la vita!

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